Il sostantivo maschile e neutro sanscrito maṇḍala (devanāgarī: मण्डल; adattato come mandala) è un termine polisemico che in particolar modo intende indicare un oggetto, anche sacro, di "forma rotonda", o un "disco", in questo caso specialmente se riferito al Sole o alla Luna.
Nella formula "Vāstu-Puruṣa-Maṇḍala" esso va a significare lo stesso sacrificio del Puruṣa, l'uomo primordiale da cui ha origine lo stesso Universo
«In mandala si è andata così a fissare la configurazione di uno spazio orientato attorno a un centro sacrificale: da qui hanno tratto origine i significati, che a partire da quello di "cerchio" hanno costellato la lunghissima storia di mandala, declinando in molti modi le nozioni basilari di "totalità" e di "drammi dell'universo" depositate nello schema ierofanico di un quadrato suddiviso in altri quadrati dal numero variabile disposti attorno a un quadrato centrale, o di un cerchio iscritto in un quadrato, che rispettivamente costituiscono la pianta di numerosi templi indiani e degli stūpa, monumenti reliquari del buddhismo» |
(Camuri, p.6968) |
Così nello Arthaśāstra (opera attribuita a Kauṭilya, IV a.C.) il termine maṇḍala viene a indicare (cfr. VI libro) l'insieme degli stati stranieri da cui è circondato un regno o, meglio, un re.
Nei più tardi testi tantrici il termine maṇḍala (dal VI secolo) inizia a indicare uno spazio sacro spesso di forma circolare, ma anche triangolare o quadrangolare, in cui le divinità sono invitate a entrare per mezzo di precisi mantra
Il termine maṇḍala si riscontra infine in varie culture religiose del subcontinente indiano, in particolar modo in quella buddhista, anche a indicare dei diagrammi geometrici elaborati con diversi materiali e utilizzati per scopi rituali o meditativi
Va precisato che maṇḍala, anche in questa ultima accezione, non è mai un mero disegno per quanto rappresentativo o simbolico, ma è quel luogo creato dal meditante dove egli contempla le divinità che vi hanno posto sede dopo la sua invocazione.
Tale pratica religiosa si è diffusa, grazie al buddhismo, per tutta l'Asia.
In questo contesto religioso il maṇḍala non è altro che una rappresentazione geometrica complessa avente lo scopo di coinvolgere l'intero Universo nell'atto rituale. Se i maṇḍala furono descritti nei testi propri del Tantrismo, quindi a partire dal VI secolo d.C., l'interesse della cultura religiosa hindū per le rappresentazione cosmologiche per mezzo di disegni geometrici è attestato già nell'antica Taittirīya Saṃhitā
Nella letteratura buddhista afferente ai canoni buddhisti cinese e tibetano il termine sanscrito maṇḍala viene così reso:
· in lingua cinese: 曼荼羅, màntúluó;
· in lingua giapponese: 曼荼羅, mandara;
· in lingua coreana: 만다라, mandara;
· in lingua vietnamita: Mạn-đà-la;
· in lingua tibetana: དཀྱིལ་འཁོར་ dkyil ’khor.
In questo contesto il significato originario del termine maṇḍala, ovvero "cerchio", si è allargato a indicare il "centro" e la sua "periferia". Così lo stesso importante termine tibetano dove དཀྱིལ་འཁོར indica rispettivamente དཀྱིལ་ (dkyil) il "centro", mentre ་འཁོར (’khor) ciò che lo circonda.
Il maṇḍala, sempre nel contesto del buddhismo tibetano viene così a indicare la rappresentazione dello stesso Universo e la sua elaborazione è una pratica rituale appartenente alle sngon ’gro (སྔོན་འགྲོ་, ngöndro), dove viene disegnato a terra allo scopo rituale di consacrazione o iniziazione o protezione.
Esso può rappresentare anche la residenza di una divinità inserita al centro della rappresentazione e da lì circondata da altre divinità sussidiarie.
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A presto!
Simona
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Ma%E1%B9%87%E1%B8%8Dala